12 N on  solo  vino,  potrebbe  essere  lo  slogan  della  Borgogna  dove, accanto alle famose etichette, può vantare l’invenzione, definia- mola  così,  dell’alberello  di  Natale.  L’abete  infiocchettato  e coperto di fili d’argento, sui cui rami spesso pendono ricchi doni, non è una trovata  “consumistica”  moderna,  ma  risale  a  ben  quindici  secoli  or  sono. Infatti, il primo esempio, con un abete centenario, secondo gli storici, fu rea- lizzato dal monaco irlandese Colombano (successivamente santificato), nel 573 mentre si trovava in Gallia alla Corte di Gontrano Re dei Vandali-Bur- gundi, in quella regione cioè che oggi si chiama Borgogna. In alcune pergamene si racconta che nella Santa Notte, Colombano che fondò i monasteri di Luxeuil, Fontenay e di Bobbio, riunì i suoi confratelli sotto un antico abete, venerato dalla popolazione locale, e per dare un tono d’allegria alla festa, prima di celebrare la messa, posò sui rami della pianta alcune torce accese che, nel loro insieme, formavano una croce luminosa. A quella visione notturna di un albero “illuminato da una croce”, gli abi- tanti, Vandali-Burgundi che provenivano dalla Germania e professavano riti celtici, accorsero in massa radunandosi attorno ai monaci in preghiera cele- brando con loro il Natale. Da allora, il popolo dei Vandali-Burgundi, divenu- to cristiano, continuò a tramandare l’usanza dell’abete sui cui rami accende- vano delle piccole fiaccole.  Bisogna ricordare, a questo punto, che nella reli- gione celtica, da quel poco che si è potuto conoscere visto che non esistono scritti illuminanti, gli alberi rivestivano un’importanza particolare per i drui- di (sacerdoti), sotto i quali si radunavano per compiere i loro riti. Nelle loro credenze  religiose,  o  magiche,  figuravano,  come  alberi  sacri,  la  quercia  di Merlino, il vischio, il sorbo rosso, il melo e il biancospino o albero di maggio che, se danneggiati da qualcuno, facevano scatenare le ire delle divinità o spi- riti maligni. Quindi, la messa celebrata sotto un albero sui cui rami c’erano delle  torce  accese  poteva  suscitare  un  certo  interesse  nell’animo  di  questa popolazione che stava abbandonando il druidismo per abbracciare il cristia- nesimo. Tornando all’usanza dell’alberello di Natale, della simpatica tradizione Burgunda non si trova traccia nel medioevo. Bisogna risalire al 1500 per ritro- vare alberelli decorati per celebrare il Santo Natale. In un suo diario, un nobi- le  alsaziano  (siamo  sempre  quindi  nella  stessa  zona),  ricorda  che  già  dal tempo dei suoi avi viveva l’usanza, per la festività di Natale, di elevare nelle case degli abeti ai cui rami erano appesi rose finte, dolci di zucchero, mele e pere cotte. Il primo albero “storico” porta la data del 1611, quando la duchessa di Brieg, in Germania, n’eresse uno tra la meraviglia dei suoi sudditi, in mezzo all’ampia corte del castello. Centocinquanta anni più tardi, tuttavia, Goethe affermò, invece, “di aver visto per la prima volta in vita sua un abete decora- to ed illuminato da mille lanterne” in una piazza di Lipsia. Ma bisogna giun- gere sino al 1840 per trovare realmente l’albero di Natale negli “usi e costu- mi” del popolo. Si deve ancora ad una nobildonna, la duchessa Elena d’Or- leans che ne fece innalzare uno alla Tuileries, suscitando lo “sbalordimento generale”,  come  riportano  le  cronache  di  allora,  e  introducendone  ufficial- mente l’usanza alla Corte e in Francia. Senza sapere, forse, che si trattava di una revival di un’antica usanza della Borgogna. Per concludere, bisogna ricordare che secondo gli irlandesi e numerosi paesi scandinavi, l'alberello di Natale rientrerebbe nelle  loro tradizioni lega- te, non alla nascita di Gesù, ma all’ingresso dell’anno nuovo. E qui ci riallac- ciamo alla religione celtica. Siamo anche su Internet www.igeanews.it ... e dal prossimo numero i Forum cultura    •    cultura    •    cultura    •    cultura    •    cultura È NATO IN BORGOGNA IL NATALE OCCUPO E  GREGORIO XVI I l Natale si sta prendendo una gran bella rivincita. Sta tornando all’antica, all’inti- mità del calore domestico, alla tradizione che, come ripete il proverbio,  ci vuole in famiglia, con  i  tuoi,  radunati  attorno  allo  stesso  desco,  per proporci  una  Pasqua  con  “altri”,  con  chi  vuoi. Natale  è  una  festività  religiosa  che,  diciamocelo francamente, non ha paragoni, non ha uguali nel- l’arco  dei  365  giorni,  non  ha  nemmeno  piccole somiglianze   con   altri   avvenimenti   festivi.   Ma quand’è stato ideato? La sua identificazione è con le antiche forme di paganesimo,  ai  tempi  dei  romani.  Proprio  in  tali epoche i pagani, iniziati ai misteri di Mitra, cele- bravano  la  nascita  del  Dio  Sole  Invitto  che  siste- maticamente  cadeva    il  21  dicembre  (dies  natalis solis invicti). Mitra era una divinità persiana, Dio della  Luce,  del  Sole  e  del  Bene  (poi  identificato come Apollo), il cui culto si estese anche a Roma negli ultimi anni della Repubblica e nei primi del- l’Impero. Era rappresentato come un bel giovane, vestito alla orientale, nell’atto di sacrificare un toro Il culto o misteri mitriaci venivano celebrati in san- tuari sotterranei e culminavano con un banchetto. Nel  274  d.C.  l’Imperatore Aureliano  promosse  la costruzione in Roma, di un tempio dedicato al Sole invitto,  elevandolo  a  somma  divinità  protettrice dell’Impero  Romano,  orinandone  la  celebrazione festiva il 25 dicembre, giornata non lontana dal sol- stizio d’inverno. I primi cristiani celebrarono nelle catacombe, in epoca indefinita, la nascita di Cristo unendola  all’Epifania,  facendola  cadere  al  6  gen- naio. In seguito le due feste vennero separate e il Natale arretrato al 23  dicembre, forse andando ad occupare,  per  via  delle  persecuzioni,  parte  delle celebrazioni dedicate a Mitra, di cui alcune figura- zioni  si possono ammirare  alle Terme di Caracal- la, sotto la chiesa di San Clemente. Anni  dopo  fu  portato  al  24  e  nel  330  a.C, mentre  Costantino  è  impegnato  a  consacrare  sul Bosforo  la  nuova  capitale  dell’impero,  a  Roma, per  la  prima  volta  il  giorno  di  Natale  del  Sole, viene celebrato come festa cristiana, commemora- tiva della nascita di Gesù a Betlemme. Da allora la  festa  cristiana  è  liturgicamente    caratterizzata dalle tre messe che il sacerdote celebra. Al Natale si ricollega il ciclo natalizio dell’Anno Liturgico con l’Avvento, la Circoncisione e la Purificazione di Maria Vergine. Ne dipendono anche l’Annun- ciazione e la festa della natività di San Giovanni. Papa Gregorio XVI, forse per costringere a fare qualche  sacrificio,  pensò  di  abolire  le  festività  di L’albero di Natale – Giulio Ferrari Pocoleri – È opportuno acquistare l’albero di Natale con le radici, come questi dei Vivai Mari, che vediamo nelle foto, che si possono conservare o, magari, ripiantare nel nostro parco. Agenzia Principale di Roma Trionfale Via Trionfale, 7032 - 00135 Roma Tel.: 063.071.283 Fax: 063.055.322 Qualunque sia la destinazione che hai in mente, il percorso per raggiungerla passa da qui.