8 Siamo anche su Internet www.igeanews.it ... e dal prossimo numero i Forum I l Tevere, le marrane e quelle pozze d’acqua che s’allarga- vano nella terra argillosa diventando delle vere e proprie piscine, alcune delle quali fuori Porta Cavalleggeri e dietro le fornaci, quand’era estate o faceva molto caldo, diventavano i luoghi d’incontro – come si dice oggi – preferiti dai ragazzi dei “nostri” quartieri. La “caccia ai panni”, da parte di chi doveva vigilare sull’incolumità della cittadinanza, era uno degli sport preferiti. Alberto Sordi, nel suo celebre film “Un americano a Roma”, è riuscito meglio di qualsiasi documentario a “inter- pretare” quanto e come avveniva ai margini o dentro queste marrane  che,  in  umbro  e  romano,  sta  a  significare  ruscello. Nelle altre zone situate tra Monte Mario alto e la Cassia, vici- no alla “polveriera”, c’era una famosa marrana, credo dell’Ac- qua Traversa, dove la paratia creata per raccogliere a monte l’acqua e poi, una volta alzata defluiva per i campi, per varie vicissitudini belliche (o per altri motivi), era rimasta sbarrata e l’acqua  aveva  formato  una  vasta  pozza  profonda  due  o  tre metri, larga cinque metri e lunga una ventina. Dall’alto della paratia chiusa e da una palanca posta ad un lato dell’improvvi- sata piscina, c’era gran sfoggio di tuffi e panzate. L’ Isola del Sole, Zi’Carlino, Tulli e i “Polverini”, qui albergava la famosa tribù dei “piedi zozzi”, erano altri “siti” balneari, ma i ragazzi preferivano  la  “spiaggetta”  sotto  il  Convitto  Nazionale,  e  la “massicciata”,  sotto  il  vecchio  campo  sportivo,  trasformato dagli americani nel primo campo di baseball creato a Roma, dove non si pagava niente, c’era solo il rischio di essere trasci- nati via dalla corrente. Ma, se andiamo a vedere, quello era un rischio che correvano tutti quelli che si facevano il bagno nel Tevere, gratis o a pagamento, non contava. Ci fu, però, nel quartiere Della Vittoria, una nuova possi- bilità  balneare,  che  durò  poco,  giusto  una  stagione  estiva. Quasi una “nuova” piscina. Non aveva nulla a che vedere con quella dello Stadio del Partito, poi Torino e, infine, dopo esse- re stato demolito e ricostruito, Flaminio (ma senza piscina). O con l’olimpica, coperta, al Foro Italico, la cui terrazza prendi- sole s’affacciava sulla “buca” che, molti anni più tardi secon- do progetto iniziale, sarebbe diventato lo Stadio del Nuoto di Roma. Era  stata  “inventata”  dai  ragazzi  che  “pencolavano”tra piazza degli Strozzi, viale Mazzini e Ponte Risorgimento. Per un certo lasso di tempo, per via degli eserciti di “passaggio” per la Capitale, prima Kesserling con i “repubblichini”, poi la “Quinta Armata” con i vari contingenti multietnici, s’era for- mato un certo vuoto di potere.  “Pizzardoni” nemmeno a par- larne.  Ne  giravano  ben  pochi  e  quei  pochi  avevano  altro  da pensare che “controllare un giardino o sequestrare i panni di chi si bagnava al Tevere o nelle marrane”. Così, prima in sordina, qualche “coraggioso” fece il gran balzo, anzi il primo tuffo nell’acqua della vasca di Piazza Maz- zini, poi, col passar dei giorni, dopo il primo ne seguirono tanti altri,  una  “colonia  marina”.  I  tuffi  si  facevano  salendo  sulle sbarre doppie di ferro che circondano la vasca, mentre i più “avventurosi”,  si  slanciavano  a  “panzata”  dal  basamento  dei rostri di marmo, e molti si ruppero la testa. Schizzi e “appoz- zate” tra i gruppi di ragazzi non mancavano e poi, grazie al fondo reso viscido dalla presenza di quello che a Roma chia- mano “vellutello”, gli scivoloni con bevuta erano all’ordine del giorno. Uno spasso, soprattutto perché non si rischiava di esse- re trascinati dalla corrente del Tevere o di essere risucchiati dal fango di una pozza argillosa. La “novità”, il nuovo uso e consumo della vasca di Piaz- za Mazzini non durò a lungo. Sicuramente fu “praticata” sol- tanto durante quella lontana estate del ’45. Cessò anche perché l’acqua, che continuava a scarseggiare a Roma e si doveva far la fila alle fontanelle per rifornirsi, s’era imputridita e dal cielo non cadeva per “rinfrescare” quella presente. Poi ci fu qualche ben pensante che, per evitare guai, malattie e invasione di zan- zare  (che  ancora  non  erano  diventate  tigri),  tolse  il  tappo  e svuotò completamente la….piscina. Come nel film: ha “balla- to” una sola estate. (GFP) cultura cultura cultura cultura Invece del bagno nel Tevere o nelle marrane i ragazzi avevano trasformato LA VASCA DI PIAZZA MAZZINI IN PISCINA Sembra finalmente avviarsi alla conclusione il progetto di trasferimento del mer- cato dei fiori da via Trionfale a via Palmiro Togliatti. Entro poche settimane è previsto l’inizio dei lavori che dovrebbero concludersi entro il2004. In poco più di un anno la zona potrebbe così tornare a respirare e gli ingorghi, dovuti al gran numero di operato- ri  del  settore  che  ogni  mattinali  riversano  sulle  strade  attigue  al  mercato,  dovrebbe diventare, per i residenti e non, solo un brutto ricordo. Il progetto, curato dalla società Centro Ingrosso Fiori, costituita dalla Camera di Commercio e dal Comune di Roma, darà alla Capitale ed alle 730 aziende che operano nel settore un centro di riferimento moderno ed efficiente per tutto il settore florovivai- stico.  Esso  si  svilupperà  all’interno  dell’attuale  centro  carni  di  viale  P.Togliatti  e  si estenderà in un’area di più di 6 ettari. MERCATO DEI FIORI: PRESTO SI TRASLOCA ––– Roberto Autuori ––– G rande partecipazione di pubblico nel salone delle conferenze dell’istituto Don Orio- ne, in via della Camilluccia 180, per il convegno “La forza della democrazia”, orga- nizzato da “Polis 2000”. Di notevole interesse gli interventi del professor Francesco Paolo Casavola, Presidente dell’Istituto Italiano dell’Enciclopedia Treccani e dell’on. Silvia Costa, già Presidente della Commissione per le Pari opportunità, correlati dal Presidente di Polis 2000, Vittorio De Luca. E’ stato analizzato, nel corso del convegno, il contesto socio – culturale, dal punto di vista storico e politico, nel quale la Carta Costituzionale si è sviluppata, per avviarsi a com- prendere se e in che modo la loro attuazione sia stata disattesa nel corso degli anni. Fon- damentalmente coincidenti gli interventi che hanno toccato tematiche d’estrema attualità. “Già il Presidente De Nicola – ha detto il professor Casavola – nell’anno dell’entrata in funzione  della  Corte  Costituzionale  (1956),  sottolineava  un  non  adeguato  confermarsi della prassi politica ai principi costituzionali. E’ necessario dunque – ha proseguito – affin- ché ciò si possa cambiare, che si creino delle forze di comunicazione intermedia con i par- titi politici, ravvisabili nella società.” “I principi sanciti dalla Costituzione italiana del 1946, ed entrati in vigore nel ’48 – ha ribadito l’on.Costa – sono di portata straordinariamente profonda, ma non sono del tutto espressi dal contesto politico-legislativo del nostro Paese. E’ auspicabile perciò – ha con- tinuato – che si creino degli spazi ad hoc per la crescita sociale dei cittadini, per una loro efficace presa di coscienza e per una reale possibilità di dialogo con le Istituzioni.” Il pubblico, conclusi gli interventi del professor Casavola e dell’on.Costa, ha rivolto ai relatori ed al Presidente del Polis numerose domande sul tema proposto dal convegno, “La forza della democrazia”, dimostrando un vivo interesse e la sua completa partecipazione. “LA FORZA DELLA DEMOCRAZIA UN CONVEGNO DI POLIS 2000 ––– Laura Piccinelli –––