19 A  vederlo,  una  prima  volta,  dà  un  senso  di  ripu- gnanza  misto  a  timore,  ma  il  geco,  un  animale  di  una timidezza estrema, è un vostro amico. Chi ha un attico, un giardino, grandi terrazze ed ha la fortuna di ospitarlo, cerchi di non impaurirlo, perché per tutta l’estate diven- terà, per voi e le vostre piante, il  “DDT” maggiormente efficiente. Perché? Il  geco  divora  tutti  gli  insetti  che  incontra.  E’  un “pulitore”  instancabile:  dai  pidocchi  delle  piante,  alle zanzare, dagli afidi agli acari, mangia perfino le lumache che, per ogni giardiniere che si rispetti, sono davvero una pestilenza per le piante. Il geco si nasconde di giorno e quand’è sera, specialmente d’estate, comincia a rastrella- re le pareti della vostra abitazione ripulendo, con la sua lingua,  dove  l’umidità  ha  consentito  ai  vari  insetti  di nascondere le loro uova o di nascondere le larve. Con  l’arrivo  della  stagione  calda,  il  geco  che  ha svernato  in  qualche  anfratto  al  riparo  in  uno  stato  di semiletargo,  si  risveglia  e  ricomincia  la  sua  affannosa caccia notturna. Come discendente diretto del dinosauro la sua specie non si è evoluta e, al contrario delle lucer- tole o i ramarri, è rimasto sempre brutto. E’ molto timi- do, basta un fruscio per allarmarlo, quindi non tentate di “addomesticarlo”, non lasciategli delle briciole di pane, perché  è  un  ottimo  cacciatore  ed  altrettanto  rullo  com- pressore nei confronti d’ogni tipo d’insetto. E’ dotato di quattro  zampe  quasi  palmari.  Le  sue  dita  ben  dilatate sono  munite  d’organi  adesivi  perciò  può  muoversi  su qualsiasi superficie vetro compreso. La sua lingua ha una particolarità:  all’estremità,  unica  in  natura,  è  libera  ed estensibile  come  una  frusta.  Il  nome  proviene  proprio dalla lingua: il suo schioccare, secondo gli antichi egizi, produce  un  suono  che  corrisponderebbe  a  quello  della sillaba    “gech”..  E’  chiamato  stellione  o  tarantola  dei muri ed è lungo al massimo 15 centimetri. Alcuni scien- ziati dicono che il geco viveva solo nei deserti mediter- ranei  ed  era  chiamato  il  “sauro  delle  piramidi”.  Il  suo progressivo spostamento verso il nord – 30 anni fa non aveva ancora toccato la Toscana – sta a significare che la terra si riscalda di più e che gli insetti abbondano di più. (GFP) www.igeanews.it Il Forum è sul nostro sito. Quali le vostre opinioni e proposte? I nostri animali domestici e... casuali ILGECO: UN AMICO IN CASA ORLO SUBITO MA NON SOLO! Anzi molto di più! Il laboratorio di Monia Furnari, in Via Fani, è una vera boutique d’arte. 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L’iniziativa, alla quale è intervenuto il giornalista Candiano   Falaschi,   è   stata   articolata   in   due   distinti momenti  entrambi  preceduti  da  proiezioni  e  seguiti  da dibattiti: il primo “com’è nata la Repubblica” ha avuto un carattere  storico-politico,  ma  di  grande  attualità  dato  il momento, mentre il secondo “Il cinema dei fratelli Coen” ha avuto un taglio più propriamente artistico e di costu- me. Nella prima tornata si è parlato della nostra Costi- tuzione e del ruolo in essa attribuito ai problemi dell’im- presa e del lavoro, nonchè dei partiti politici e dei rap- porti tra lo Stato e la Chiesa Cattolica.   Nella  seconda  sono  stati  presentati  tre  film  dei nuovi profeti del cinema americano, i fratelli Joel e Ethan Coen:   “Il   grande   Leboswki”,   “Fratello   dove   sei?”   e “L’uomo  che  non  c’era”.  Tutti  di  grande  interesse  e modernità. (A.C.) Sette milioni e mezzo d’italiani ricorrono alle cure omeo- patiche, cioè secondo l’ultimo rapporto redatto da Omeoindu- stria, sarebbero ben  2 milioni e mezzo in più rispetto al 2000. Circa 8 mila medici italiani prescrivono farmaci omeopatici, tut- tavia l’omeopatia è stata esclusa dal LEA, Livelli essenziali di assistenza sanitaria garantiti dal Servizio sanitario nazionale, ma alcune regioni e Aziende sanitarie, tra cui a Roma il San Camil- lo, il Fatebenefratelli e il San Pietro, hanno deciso di fornire ai cittadini visite o trattamenti omeopatici  con il pagamento del solo ticket senza la prescrizione del medico di base o con pre- stazioni “intramoenia” oppure a prezzo concordato. Insomma, se andiamo a vedere, un qualsiasi cittadino non è libero di curar- si con la medicina di sua scelta. Se usi un tipo paghi solo il tic- ket, per l’altra di tasca tua. E’ un po’ come la scuola pubblica e privata come il ricovero pubblico e privato. Un certo rimborso spese per chi non usa il pubblico ci dovrebbe sempre stare, non fosse altro per il motivo che quel “banco” e quel letto (di cui c’è sempre una mancanza), non vengono occupati. Così dovrebbe essere per le cure omeopatiche: un concorso identico delle spese farmaceutiche per tutti gli “assistiti”. Perché bene o male, sia chi si  cura  con  l’omeopatica  e  chi  con  la  medicina  tradizionale, pagano gli stessi contributi e le stesse tasse. La sua efficacia – ha risposto ad un giornalista Ciro D’Ar- pa Presidente della Società Italiana di medicina omeopatica – l’ha dimostrata all’atto pratico, in campo.   L’obiettivo dell’o- meopatia  è  la  guarigione  con  medicinali  che  agiscano  sullo stato funzionale e psichico complessivo. Si tratta – ha conclu- so D’Arpa – si tratta inoltre di una cura che non è mai tossica.” “Non esistono prove scientifiche – di contro risponde Pier Mannucci Presidente della Società italiana di medicina interna – della sua efficacia: l’omeopatia è priva di validità scientifica. Non basta che sia utilizzata da milioni di persone per darle un imprimatur. In particolare – dice ancora Mannucci – siamo per- plessi che il Parlamento riconosca medicine con presupposti scientificamente infondati e che si utilizzino rimedi omeopati- ci per malattie anche gravi che possono essere trattate con cure efficaci, scientificamente dimostrate. (GFP) OMEOPATIA: FAVOREVOLI E CONTRARI FA BENE? FA MALE? CINEMAE SOCIETÀ, INCONTRI AMONTE MARIO