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Presidenti della repubblica e del consi-
glio, ministri degli esteri, re e regine, capi
di stato e di governo, ambasciatori e arti-
sti. Ogni qual volta le più alte cariche
dello stato accolgono degli ospiti illustri,
il protocollo prevede limmancabile rice-
vimento a Villa Madama. Sotto il Fasci-
smo la villa divenne sede di rappresentan-
za del ministero degli Esteri e da allora
pranzi, cene e rinfreschi ufficiali si svol-
gono nel bel mezzo del parco di Monte
Mario. Recentemente, il presidente degli
Stati Uniti George W. Bush jr. è stato più
volte ospite nella villa. Prima di loro altre
famose autorità straniere vi hanno trascor-
so piacevoli momenti di relax. Le crona-
che politico-mondane raccontano di uno
sfarzoso ricevimento organizzato nel
maggio del 1961 dal presidente della
repubblica Giovanni Gronchi in onore di
Sua Maestà Elisabetta II.
La costruzione delledificio e la realizza-
zione dellannesso parco avvenne sotto il
pontificato di Leone X (1513-1521), per
volontà di suo cugino il Cardinale Giulio
de Medici il quale volle affiancare allo-
monimo palazzo, attualmente in corso
Rinascimento, una vigna suburbana per
trascorrervi le vacanze estive. Giulio con-
tinuò a frequentare la vigna anche dopo
essere stato eletto Papa col nome di Cle-
mente VII. Il suo sogno era una serie di
giardini su più livelli, digradanti verso il
fiume. Lasperità e la friabilità del terreno
resero impossibile tale realizzazione e i
lavori furono completati nel 1525, omet-
tendo tutta la maestosità del parco previ-
sta nel progetto iniziale.
Si hanno dati discordanti circa la paterni-
tà del progetto. Alcuni, tra i quali il Vasa-
ri, attribuiscono lopera a Giulio Romano
su disegni di Raffaello. Secondo altri la
realizzazione fu di Antonio da Sangallo il
Giovane. Di certo le decorazioni pittori-
che, gli stucchi e le sculture furono realiz-
zate da Giulio Romano, Baldassarre
Peruzzi, Giovanni Battista da Udine (noto
per aver ritrovato e studiato la tecnica
dello stucco antico alla Domus Aurea),
dallo scultore manierista fiorentino Bac-
cio Bandinelli e da Giovanni Francesco
Penni detto il Fattore.
Alla morte di Clemente VII la villa passò
direttamente ai Medici.
Villa Madama, così come il palazzo sede
del Senato e il paese di Castel Madama
vicino Tivoli, deve il suo nome alla figlia
di Carlo V, Margherita dAustria. Questa
sposò il Signore di Firenze Alessandro de
Medici. Vedova a soli quindici anni, la
Madama, che nel frattempo era diventa-
ta duchessa di Parma e Piacenza e gover-
natrice dei Paesi Bassi, ereditò la villa e il
palazzo nel centro di Roma. Margherita
sposò in seconde nozze Ottavio Farnese,
nipote di Papa Paolo III, e fu così che la
proprietà passò dai Medici ai Farnese nel
1586, anno della morte di Margherita.
La dimensione artistica ha sempre caratte-
rizzato la villa, tanto che nel 1672 diven-
ne sede dellAccademia degli Sfaccenda-
ti, circolo di artisti attori e musicisti. Nel
1731, con lestinzione della famiglia Far-
nese, la proprietà passò in eredità, per via
femminile, a don Carlo di Borbone che
nel 1735 divenne re di Napoli.
In diverse occasioni fu adibita ad allog-
giamento delle truppe francesi: durante
la Repubblica Romana del 1799, al
tempo delloccupazione napoleonica dal
1805 al 1812 e in occasione della Repub-
blica Romana del 1849. Gli accampa-
menti militari rimasero episodi isolati
per un contesto che più degnamente si
confaceva alla meditazione artistica. Fu
in questo luogo che, tra il 1583 e il 1585,
Giovan Battista Guarini compose il
Pastor Fido. E chissà quali ontologici
segreti scoprì qui Goethe, mentre osser-
vava dallalto i tramonti sullUrbe
immortale.
Per gran parte dellOttocento e linizio del
secolo scorso rimase abbandonata o adibi-
ta a fienile e magazzino agricolo. La rina-
scita avvenne nel 1913 con la vendita del
complesso al francese Maurice Bergès, un
ingegnere di Tolosa raffinato cultore del-
l'antichità e esperto romanista.
Il progetto dei lavori di restauro venne
affidato a Marcello Piacentini.
Il rifacimento da parte dellinsigne archi-
tetto proseguì con i Conti Dentice di
Frasso che acquistarono la villa nel
1925.
Nel 1937 il ministero degli Esteri la
prese in affitto come sede di rappresen-
tanza, acquistandola definitivamente nel
1941.
Scopriamo ora gli interni e i magnifici
giardini. Da un lungo viale si accede alla
villa, sul cui tetto di tegole rosa si levano
una serie di comignoli che donano viva-
cità alledificio. Lingresso principale,
introdotto da una rampa di gradini, si
apre su una specie di anfiteatro con giar-
dino allitaliana. La facciata presenta un
emiciclo con un solo ordine di ampie
finestre architravate con colonne ioni-
che. Dal vestibolo, preceduto da un
imponente portale in ferro battuto, si
passa alla loggia di Raffaello, originaria-
mente aperta ed oggi chiusa da tre gran-
di vetrate. Qui, tra i magnifici stucchi di
Nanni da Udine, si trovano gli affreschi
di Giulio Romano che commemorano la
Metamorfosi di Ovidio. Al centro della
loggia si innalza una cupola centrale,
contornata da grandi nicchie decorate da
conchiglie. Trionfi di fiori, foglie e sim-
boli araldici dominano negli affreschi in
stile romano.
La loggia si apre sulle sale di rappresen-
tanza. La più bella è forse quella detta di
Giulio Romano, affrescata con gli stemmi
medicei sormontati dal galero cardinalizio
e dalle raffigurazioni del Sole e della Luna.
Le altre parti che compongono ledificio
sono state fatte realizzare dai Dentice nel
1925. Allesterno delledificio corre un
muro di mattoni gialli e rossi che si affac-
cia su un giardino pensile allitaliana.
Tra le tante fontane, degna di nota è quella
del Liofante, opera di Nanni da Udine, che
rappresenta lelefante indiano Annone.
Nel 1514 questo animale, proveniente da
Goa, venne regalato al papa dal re del
Portogallo e divenne così famoso in tutta
Roma che Raffaello disegnò la sua sepol-
tura. La passeggiata si conclude nel verde
dei giardini rustici, dominati da due
giganti in stucco, opere di Baccio Bandi-
nelli.
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La vigna del Cardinale Giulio de Medici incastonata nel verde di Monte Mario,
oggi Villa Madama, usata per i ricevimenti in onore di ospiti illustri
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NUOVA APERTURA
Papa Clemente VII fece costruire Villa Madama quando era ancora Cardinale
UNA VIGNA PER RIPOSARE
Alessandro Michelini